L’olfatto

Il potere evocativo delle essenze

-Profumi ancestrali-

Un po di concetti che meglio esprimono il senso ..

Dice Ilde:

“Nelle narici mostra la sapienza che è il profumato disporsi di tutte le arti, sicché l’uomo riconosce dal profumo ciò che la sapienza dispone. L’odorato si espande in tutte le direzioni attirando le cose per sapere che cosa sono le qualità che hanno.”

E ancora :

“Con gli occhi l’essere umano vede il suo sentiero; con il naso, lo comprende ..”

Hildegard von Bingen

I romani sapevano che l’arguzia è una facoltà profetica; e la chiamavano naso.
Friedrich Schlegel

Secondo Aristotele il senso più difficile da definire..
via di mezzo tra i sensi di ‘contatto’ – gusto e tatto – e i sensi di ‘distanza’ – vista e udito.

Kant definiva l’olfatto il senso “contrario alla libertà” visto che respirando siamo necessariamente costretti ad annusare ogni genere di odori.

La scaletta da me immaginata avrebbe questo senso:

  1. Sabrina con il suo benvenuto Racconta di ciò che è l’olfatto per Ildegarda in tutti i sensi percettivi e fisici
  2. Da Michela e Carlotta :La scelta della scala olfattiva e un piccolo excursus di cos’è  la scala olfattiva,

Prendendo in esame la parola ancestrale per ricondurci a sensazioni ed emozioni “semplici”

  1. Prima essenza. “Nota di testa”. Salvia. Passaggio del profumo e spiegazione, fisica e spirituale.
  2. Assaggio piatto con finocchio e salvia…
  3. Seconda essenza. “Nota di cuore”. Galanga e finocchio .                                   galanga o.e. e finocchio?  Spiegazione fisica e spirituale. Assaggio piatto con galanga e finocchio  (viola a decorare)
  4. Terza essenza. Nota di terra. Cannella e viola. Lei ci riporta alle radici con il suo profumo. Passaggio di corteccia? ed essenza. Spiegazione fisica e spirituale.
  5. Assaggio piatto con Cannella
  6. Conclusione con elisir Rosa e grani d’Incenso.

Il condimento tra questi passaggi sarà il nostro intervento alternato sul passaggio delle essenze e un accenno fisico e spirituale della loro azione sul nostro campo fisico ed energetico.

Nessun foglietto da compilare per lasciare il più possibile andare il mentale.

In modo spontaneo usciranno risposte a domande che verranno spontanee.

Per esempio, se passo a far sentire il profumo mentre gli occhi sono chiusi, Michela potrà dire di “ascoltare con il naso dove sentiranno  l’essenza  sulla loro materia …” e così via..

Giocheremo con il naso, che non mente, e non con la mente che invece potrebbe mentire, ci affideremo lui ed al suo intuito.

Questo ci garantirà un recupero del nostro piano ancestrale e istintivo.

Avremo più affinità quindi con profumi di cui avremo necessità per sopperire alle nostre mancanze o per accentuare e rafforzarne altre.

Per esempio..

Persone iperattive che usano molto la testa potrebbero “aver bisogno” di note di base per riprendere il contatto con la terra.

Persone che hanno perso il centro troveranno equilibrio in note di cuore. Ecc..

Che ne pensate ?

L’allestimento si potrà fare con foglie, fiori e frutti. E tutto ciò che abbiamo alla rosa e all’incenso.

Il verde ce lo regalerà  la  natura..

Finocchi, salvia, cannella

Il drink finale alla rosa è interessante.

L’essenza vuol essere in esperienza nel suo senso.

Quindi impalpabile ma edibile!

Aspetto contraccolpi

Con amore

Carlotta

E adesso un po di sana lettura curiosa sul profumo, la sua percezione  le sue sindromi e derivazioni.

In conclusione troverete quel qualcosa in più sull’ essenze scelte.

Il naso…

La Percezione degli Odori

L’olfatto ha la propria sede nella cavità nasale dove la membrana olfattiva, si trova a diretto contatto con il bulbo olfattivo. A differenza di tutti gli altri sensi (vista, udito e tatto e gusto) che devono essere ricodificati dal talamo prima di raggiungere il bulbo olfattivo.

Esso è un senso chimico, in quanto noi avvertiamo l’odore di una sostanza solo quando le sue molecole raggiungono e stimolano le cellule recettrici olfattive, chiamate osmorecettori. 
Dunque, affinchè gli odori vengano percepiti, è necessario che l’aria inalata contenente le molecole raggiunga le fibre nervose dei neuroni olfattivi, collocate nella parte superiore delle cavità nasali. Queste cellule nervose, sollecitate dalle molecole odorose, trasformano l’energia chimica in impulsi elettrici che vanno a stimolare i centri olfattivi dei bulbi nel cervello. Da qui il messaggio olfattivo viaggia verso le altre regioni del cervello per essere decodificato, elaborato ed interpretato.

L’odore… 

La zona del cervello che elabora le informazioni provenienti dal naso coincide, da una parte, con il sistema limbico o cervello viscerale, comprendente l’ippocampo e l’amigdala (le strutture più arcaiche del nostro encefalo, che controllano emozioni, stati d’animo, istinti, appetiti – compreso l’appetito sessuale -); dall’altra parte, coincide con il talamo ed alcune aree della neocorteccia frontale, coinvolti nell’interpretazione cognitiva dello stimolo olfattivo. Tutte queste aree integrano le diverse informazioni sensoriali e conferiscono all’odore una connotazione affettiva, favorendo così la conservazione del ricordo.

Ecco perché un odore ci rimanda ad un ricordo..

Tale fenomeno ha il nome di “sindrome proustiana”, in riferimento all’opera del grande scrittore Marcel Proust “La strada di Swann – Alla ricerca del tempo perduto”, nella quale il protagonista, percependo appunto il profumo dei biscotti e del the, compie magicamente un viaggio indietro nel tempo tra i ricordi della sua infanzia.


Non a caso lobo e sistema limbico sono ampiamente coinvolti nei processi di memorizzazione. Il sistema limbico è costituito da un insieme di strutture collegate in un circuito che media memoria, comportamento ed emozioni. L’ippocampo è coinvolto nel consolidamento della working-memory a breve termine e nella memoria a lungo termine.

Konrad ci parla di “Imprinting”, fenomeno che avrebbe luogo nell’ippocampo; si tratta della memoria sensoriale (0-2 anni di età) detta anche la memoria delle relazioni (esempio mamma- bimbo)
Secondo gli scienziati l’esperienza delle emozioni legata all’odore è alla base del processo di apprendimento degli organismi viventi dotati di olfatto. È così importante per la sopravvivenza, che le memorie olfattive sono tramandate per via genetica, di generazione in generazione.

L’odore subito ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere; non ci sono parole, nè notizie più precise di quelle che riceve il naso.

Italo Calvino

L’importanza dell’Olfatto

Collettore e veicolo di informazioni funzionali all’adattamento. In tutti gli animali, dagli insetti ai mammiferi, la percezione olfattiva è uno strumento indispensabile per la sopravvivenza: essa fornisce indicazioni sulla disponibilità e sulla qualità delle risorse alimentari, guida le interazioni sociali e parentali.

L’acutezza olfattiva, sagacitas, a Roma è un’intelligenza indiziaria, un metodo di indagine conoscitiva. Ancora oggi l’uomo definito sagace è proprio colui che ha le doti intuitive per eccellenza: l’investigatore. Non è un caso che a Roma quelli che avevano una narice ben definita e pulita venivano considerati sapienti, mentre quelli che avevano un naso gocciolante erano chiamati ignoranti, stolti. Dunque l’olfatto indica un’intelligenza diversa dallo sguardo razionale, un’intelligenza intuitiva ed esperienziale. Tant’è che Isidoro di Siviglia nelle Origini, pur non essendoci completa correttezza etimologica, individua  in ignarus il nome per l’uomo senza olfatto: “ignarus è l’uomo che ignora perchè è sine naribus, senza narici: per gli antichi odorare era infatti ‘sapere'”.

La Composizione…del piatto

Sono due i principi che vanno tenuti in considerazione nella buona riuscita di un piatto in questo caso legato alla sfera olfattiva:

1.la persistenza, quindi quanto l’odore permarrà nel tempo (maggiore concentrazione, maggiore persistenza

2. L’intensità: ovvero la forza attraverso cui l’essenza arriva ai recettori olfattivi; l’intensità dipende spesso dal tipo di materia prima utilizzata.

Ed il profumo  che salirà alle narici dal piatto dovrà essere un perfetto accordo armonico tra essenze complementari.

Lo chef avrà tutti gli elementi a sua disposizione per creare il “suo profumo”

La scaletta è stata scelta, ma ciò non toglie che a sentimento potrà utilizzare gli ingredienti secondo il suo genio.

Le note complementari fanno si che un profumo raggiunga l’equlibrio nella sua completezza.

Quindi, mi permetto di fare un entrata con il tallone.

Un piatto unico che racchiuda tutte le note renderebbe giustizia ad un perfetto profumo…

In base a questi due principi la struttura di un profumo si suddivide in tre piani:
Le NOTE DI TESTA sono quelle che arrivano prima al naso, accendono immediatamente i sensi con la loro freschezza, di grande intensità ma di debole persistenza.
Le
NOTE DI CUORE rappresentano lo sviluppo della fragranza in un odore piÙ consistente, la famosa scia di profumo.
Le
NOTE DI FONDO invece sono quelle a cui si deve la personalità di un profumo, dense e calde persistono a lungo costruendo una memoria dell’odore.

Prendendo in considerazione l’azione sulla materia degli oli essenziali,

Li classifichiamo secondo le note:

Ed è quello che più c interessa …

1.Nota di base: piano corporeo.

Oli ricavati dalle corteccia e radici. Note calde e pesanti. Ci ricollegano alla terra, hanno effetto centrante, purificante, tonificante stabilizzante e sedativo. Rendono la respirazione profonda.

In una composizione fissano e legano le altre note rendendo stabile la profumazione.

Evaporano in tempi lunghi (12 ore)

Esempi: cannella, vetiver, legno di rosa, ginepro, pino mugo, angelica, estragone, garofano chiodi, incenso, maggiorana, pino cembro, santoreggia, timo

2.Nota di cuore: piano anímico.

Oli ottenuti da fusto, foglie e fiori. Nota percepita come calda, intensa sensuale e riarmonizzante. È la vibrazione che apre e tocca  l’anima. La nota di cuore stimola le emozioni, libera scioglie rilassa e agisce sull’anima in disequilibrio. È facile provare attrazione spassionata o rifiuto totale verso questi aromi.

Evapora in tempi intermedi (4 ore)

Esempi: rosa, ylang-ylang, geranio, achillea, issopo, salvia, aneto, lavanda, vaniglia

3. Nota di testa: piano spirituale o eterico.

Oli derivati da frutti e bucce. La vibrazione sale verso l’alto e si collega al nostro piano mentale . Si parla di energizzazione, dinamismo, e lucidità. È raro non trovarle piacevoli, cresce quasi fredde, rendono le idee chiare e agiscono sul morale donando felicità.

L’evaporazione è rapida (2 ore) molto volatili.

Esempi: verbena, limone, rosmarino, lemongrass, “finocchio”

Accennando ai 4 elementi li suddividiamo così:

Aria: rinfrescanti, freddi e veloci (verbena, limone, lavanda)

Fuoco: caldi, piccanti e pungenti (cannella, issopo, rosmarino)

Terra: pesanti, centranti e rigidi, muschiato- legnosi (achillea, finocchio, vetiver)

Acqua: morbidi, vellutati, seducenti, fluidi (salvia, geranio, rosa, ylang-ylang)

E ai chakra:

1° plesso radicale: cannella, salvia, vetiver

2° plesso sacrale : finocchio, issopo, salvia,

3° plesso solare: lavanda, menta, pino cembro

4° plesso cardiaco: cipresso, rosa, salvia

5° plesso laringeo: achillea, finocchio, salvia

6° plesso frontale: achillea, limone, rosmarino

7° plesso coronale: incenso, issopo, lavanda

In base  a quanto emerge la scelta delle essenze con cui giocare con il naso e poi in conseguenza con il cibo ci ha condotto a questo percorso:

In diffusione ambientale Finocchio

come nota in apertura e adeguamento alla situazione in diffusione nell’ambiente e come centratura in quanto elemento terra.

1.Salvia tocca la testa e apre le porte del cuore..

2. Fiocchio, galanga a seguire

3. Cannella e Viola  per scendere a terra e tornare alla realtà.

4. Rosa come elisir in chiusura e un grano d’incenso da portare a casa e da accendere in una stanza a scelta e per vivere l’esperienza con se stessi  e finire il percorso olfattivo.

E in conclusione qualcosa sulle essenze …

1.Salvia sclarea

(sommità fiorite)

Colpisce, sia fisicamente che a livello di percezione sensibile, il cuore.

Predominanza: femminile ed amica delle donne, soprattutto in periodi difficili, la salvia sclarea non potrebbe che definirsi a predominanza Yin.

Governata dalla Luna, regola i liquidi e gli eccessi del corpo.

Chakra di riferimento: gli spiccati effetti sul sistema riproduttivo e nel controllo degli istinti di base comprese le somatizzazioni derivate dal loro disequilibrio distinguono bene la salvia sclarea dalla salvia officinale. Questa distinzione è tale da ritenere che il 1° Chakra sia il canale di acquisizione energetica privilegiato.

Armonizzazioni con altri oli essenziali: Arancio dolce, Arancio amaro, Cipresso, Gelsomino, Geranio, Sandalo (legno).

Elemento acqua.

A disposizione, olio essenziale di salvia e mazzetto di salvia.

2.Finocchio

Foeniculum Vulgare

“Simbolo di rinnovamento spirituale e di vigore”

Foeniculum Vulgare

(seme)

Caldo, dolce e pungente, ricorda l’anice.

Diffuso, favorisce una comunicazione più libera e spontanea.

Aiuta a sviluppare l’adattamento rispetto a situazioni nuove: da utilizzare quando le condizioni esterne mutano radicalmente o si sente di non avere il controllo delle proprie azioni.

La principale sfera di azione del Finocchio a livello fisico è l’apparato digerente.

Digestivo, carminativo, antispasmodico, diuretico, espettorante, stimola le mestruazioni, galattologo (incentiva la produzione di latte dopo il parto), tonico, lassativo, vermifugo, antisettico, colagogo.

Al suo interno sono contenuti fitosteroli, che simulano le funzioni degli estrogeni, aumentando la produzione di latte dopo il parto e stimolando il ciclo mestruale. I fitormoni lavorano sul metabolismo delle cellule cutanee: questo lo rende idoneo al trattamento di rughe, pelle asfittica, perdita di tono del seno.

Elemento terra.

AROMATERAPIA SOTTILE

Grande protettore psichico e tonico nervino, stimola il sistema nervoso facilitando una risposta positiva a stimoli negativi provenienti dall’esterno. Incrementa la fiducia in sé stessi e rimuove i blocchi emozionali. E’ utile quando si ha paura di fallire e non ci si sente all’altezza di ciò che si sta vivendo: sostiene nei momenti di maggiore difficoltà. Aumenta la capacità di donare e induce maggiore altruismo.

Cenni storici e curiosità

Il finocchio rientra tra le “cinque semenze calde”: piante che vengono utilizzate fin dall’antichità per preparazioni digestive, carminative e antifermentative da assumere dopo i pasti come , anice, coriandolo, carvi, cumino.

2. Galanga

(radix)

La Spezia del cuore

 

Azione stomachica, eupeptica e carminativa, digestiva,  stimolanti e spasmolitica.

Sembra che gli usi degli estratti di questa pianta per favorire la digestione lenta, siano  quelli più diffusi. Le proprietà antibatteriche e toniche della galanga vengono attualmente sfruttate in omeopatia. Con essa si possono fare anche fumigazioni (il cui uso risale addirittura all’antico Egitto), le quali hanno indubbie proprietà stimolanti e tonificanti, favoriscono il flusso energetico del corpo e sono rivitalizzanti in caso di affaticamento e indebolimento fisico.

Nella medicina tradizionale cinese, i frutti della Galanga sono usati per sbloccare le vie respiratorie. In più, aiuta a depurare l’organismo, è un ottimo digestivo e allevia la nausea. Dal sapore aromatico e pungente, può essere utilizzata al posto del pepe per insaporire carni e pesci, zuppe, risotti o utilizzata per deliziose tisane.

3. Cannella

(corteccia)

Tonificante, antisettico e carminatico

Tonificante perché Se inalato, favorisce la creatività e l’ispirazione. Riscalda il cuore e dona un’avvolgente sensazione di “casa”, aiuta nei casi di freddezza interiore, depressione, solitudine e paura.

Antisettico, come tutti gli olii essenziali esercita una potente azione antibatterica ad ampio spettro. In uso interno, 2 gocce diluite in poco miele, è utile in caso di diarrea provocata da infezioni intestinali e parassiti. Per questa proprietà è anche un rimedio efficace contro l’influenza, in presenza di tosse raffreddore.

È un olio correlato al 1° chakra plesso radicale. Riporta a terra.

 Considerato un albero sacro dai tempi dell’Esodo..

Elemento fuoco.

In radicamento, seguendo il volere filoIldegardiano, abbiniamo la Viola

3. Viola

(fiori)

  L’emblema dell’amore, della morte e anche simbolo del sacrificio. (Attis e il mito)

Grazie all’elevato contenuti di Mucillagini, rutina ( flavonoide), saponine, carotenoidi, tannini, flavonoidi, gaulterina (salicilato di metile), derivati salicilici, vanta di  buone proprietà espettoranti e calmanti della tosse, facilitano l’emissione di sudore e urine, regolano leggermente l’intestino.

La pianta ha anche un impiego esterno sulle irritazioni della bocca e della gola, sulle eruzioni cutanee, le contusioni, le ragadi e le scottature.

 

La Viola, sensibile, sensualmente delicata, è un fiore che con il suo aroma può aumentare la sensibilità, e di conseguenza è capace di smussare i cuori più duri; la sua fragranza dona anche creatività e recettività.

Nella tradizione erboristica popolare, le foglie e i fiori della Viola sono usati per le affezioni polmonari. Le foglie sono tradizionalmente usate per la cistite o per infezioni alla gola.
Da fonti storiche sembra che i medici arabi usassero lo sciroppo di Viola Mammola come lassativo; ancora oggi viene usato come blando lassativo e anche per diverse terapie: è un ottimo rimedio contro la tosse, riduce la febbre da qualsiasi causa, allevia stati febbrili da raffreddamento.

Inoltre questo fiore ha proprietà espettoranti, sudorifere e sedative, per cui viene consigliato alle persone nervose e timide.

Nell’antichità i suoi fiori erano intrecciati a coroncina, con cui cingersi il capo per eliminare i malesseri provocati dalle sbronze; anche Ippocrate la raccomandava contro l’emicrania provocata dai fumi dell’alcol.

Dulcis in Fundo perconcludere il Viaggio

L’omaggio più delicato con

Elisir alla Rosa

Dove la Rosa nella sua essenza ci riporta alla delicatezza del femminile sacro

Elemento acqua

Nota di cuore

Sacra per Ilde

Tantè che ne indossava il profumo insieme a quello dell’incenso.

Le proprietà della Rosa Damascena :

Antidepressivo

Antisettico: è il modo più profumato per curare le ferite. Antispastico: a livello respiratorio e intestinale, così come avviene con quelli muscolari degli arti.

Antivirale

Astringente, Rafforza le gengive e le radici dei capelli, tonifica la pelle, migliora la salute di intestino e vasi sanguigni. Ancora, l’olio essenziale di rosa aiuta a fermare il sanguinamento dovuto a ferite e tagli e può anche curare alcune forme di dissenteria.

Battericida.
Cicatrizzante per le  proprietà antiossidanti del composto Depurativo

Emmenagogo: l’olio stimola le secrezioni ormonali

Emostatico

L’esperienza in Atelier si conclude con l’elisir,

Ma prima di andare per ultima cosa verrà donato un grano d’Incenso ad ognuno.

Questo perché?

A casa ognuno avrà la possibilità di fare esperienza con una fumigazione sacra.

E concludere così il percorso olfattivo sul plesso coronale,

Il 7° chakra.

Dio ha dotato l’uomo dei cinque sensi prima menzionati, per creargli gli strumenti necessari a svolgere al meglio la sua missione sulla terra. Tra questi l’odorato, quindi il recettore del profumo, è senz’altro l’organo principale di collegamento con gli altri sensi; l’organo del “sentire”, quello che si alimenta col profumo, è quello che riesce a legare anima e corpo, a creare il giusto connubio tra materialità e spiritualità. Il profumo, proprio per la sua inconsistenza, per la sua mancanza di fisicità è quell’importante Fil Rouge, che unisce l’uomo a Dio.

In virtu del prossimo appuntamento:

Il nostro cervello è capace anche di “miscelare”, di mettere insieme, gli stimoli che riceve. Profumo e musica, per esempio, sono un connubio molto ricercato: tra musica e profumo è nato nel tempo un feeling collaudato. Dagli studi di due ricercatori americani, Daniel Wesson e Donald Wilson è emerso che alcune cellule cerebrali reagiscono allo stesso modo se lo stimolo proviene dall’udito o dall’olfatto. L’affinità tra questi due sensi è sicuramente importante, e aiuta anche nella scelta del profumo più gradito.